Per tallonite si intende un dolore localizzato nella zona del tallone che rende difficile o impossibile la deambulazione.

Ma come viene la tallonite?

Le cause possono essere diverse:

alterazioni congenite
microtraumi durante l’attività sportiva
traumi a carico della zona calcaneare o della pianta del piede
postura scorretta
patologie reumatiche o sistemiche
uso di calzature scorrette (utilizzo frequente di scarpe antinfortunistiche e nelle donne l’uso dei tacchi alti)
sovrappeso e obesità

La tallonite può manifestarsi anche sin dall’infanzia (fra gli 8 e i 9 anni e fra i 13 e i 14 anni) con dolore soprattutto quando c’è sforzo (si cammina molto o si fa attività sportiva); se non curata, la tallonite infantile può portare all’esostosi, ovvero un accrescimento dell’osso dove il tricipite surale del polpaccio si inserisce nel calcagno provocando a volte proprio l’erosione della tomaia della calzatura per sfregamento, portando all’insorgenza del morbo di Haglund.

Se la tallonite avviene per microtraumi (calzature errate, cattivo appoggio del piede, terreni sconnessi), il dolore potrebbe durare dai 15 ai 20 giorni; si parlerà di mesi invece nei casi più gravi.

Comunque è bene rivolgersi al medico per effettuare esami come radiografia, ecografia o risonanza magnetica, che aiuteranno a fare una diagnosi e quindi trovare una cura.

La terapia è raramente di tipo chirurgico perché operare potrebbe ledere la fascia plantare e provocare danni; piuttosto si usano le onde d’urto: due cicli di onde d’urto sono in grado di far passare il dolore.

Un ulteriore tipo di terapia sono le radiofrequenze e la terapia laser che, però, tolgono solamente il dolore senza andare a indagare la causa.

Ancora, per alleviare il dolore si potranno assumere dei farmaci, sempre sentito il parere del medico o del farmacista, in quanto si tratterà per lo più di antinfiammatori e non antidolorifici che invece sono sconsigliati.
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