La vitamina D è fondamentale nel nostro corpo perché favorisce il buon funzionamento delle ossa. Infatti, la carenza di questa preziosa vitamina può condurre a rachitismo o osteoporosi ma fra i sintomi ci sono anche stanchezza, debolezza e depressione.

Cosa fare se si ha una carenza di vitamina D

La vitamina D si può assimilare sia esponendosi ai raggi del sole sia tramite la dieta. Proprio per questo motivo è fondamentale curare l’alimentazione, prediligendo cibi che ne siano ricchi come:

il pesce (trota, sogliola, sgombro, salmone, pesce spada, storione, tonno, sardine) ma anche l’olio di fegato di merluzzo
le uova (soprattutto il tuorlo)
il latte e il burro
la carne (pollo, anatra e tacchino)
i cereali e i legumi
le verdure a foglia larga

Per quanto riguarda l’esposizione al sole, invece, è preferibile prendere il sole con le dovute precauzioni, quindi evitando le ore più calde e proteggendosi con le opportune creme solari. Bastano anche soli 30 minuti al giorno per fare il pieno di questa essenziale vitamina.

In generale, meglio evitare, invece, di assumere gli integratori di vitamina D poiché potrebbero celare numerose controindicazioni fastidiose. Tuttavia, per completezza, va detto che questi sono disponibili in numerose formulazioni: in capsule, in gocce o in perle.

È disponibile sia la vitamina D2 che è di origine vegetale e quindi indicata anche per vegani e vegetariani sia la D3, di origine animale. Ultimamente ci sono vitamine D3 ottenute da fonti vegetali e quindi, se certificate in tal senso, possono assumerle anche vegetariani.

Ad ogni modo, il medico saprà di certo quale consigliare e i casi in cui sia necessario prescriverla (ad esempio nei casi di gravidanza ed allattamento o se si è anziani). Comunque, le ultime linee guida della Società Italiana del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMS) consigliano la vitamina D3, ritenuta più efficace rispetto alla vitamina D2.