“Seppur circoscritto, un contributo al sovraffollamento dei pronto soccorso di Roma può essere offerto da subito reinserendo il CTO nella rete delle emergenze. E’ solo una delle richieste espresse nell’interrogazione urgente che ho presentato oggi, relativa alla trasformazione rimasta incompiuta dell’Ospedale CTO di Roma in un polo di alta specializzazione per gli interventi di traumatologia e riabilitazione a servizio dei cittadini del Lazio e del Centro-Sud d’Italia. L’ospedale, a rischio chiusura a causa dei tagli al settore sanitario regionale firmati Polverini, lo scorso maggio è stato rivitalizzato grazie ad un importante accordo siglato dal presidente Zingaretti con l’Inail per trasformarlo in un centro di eccellenza nella cura della orto-traumatologia, ma soffre oggi una condizione di stallo, dovuta ad una gravissima carenza di organico e alla chiusura di importanti servizi, accorpati presso l’Ospedale S. Eugenio. Per il rilancio effettivo del CTO, che resta un’eccellenza nazionale nel trattamento della chirurgia ortopedica, soprattutto relativa alle fratture del collo del femore, della mano, e del piede, e dove tuttora opera, malgrado la spoliazione di operatori e reparti, un pool storico di professionisti altamente qualificati, si deve procedere quindi con una riorganizzazione aziendale dell’organico e dei servizi. Questa è la richiesta esplicita che faccio presente nell’interrogazione, facendo anche notare che le risorse necessarie potrebbero essere in buona parte reperite scongiurando la realizzazione di un eliporto presso il vicinissimo Ospedale S. Eugenio, autorizzata dalla uscente Direzione della ASL Roma C, dal momento che al CTO ne esiste uno già funzionante e perfettamente a norma. Insomma, i CTO sono attualmente presenti in tutti i capoluoghi delle regioni più virtuose d’Italia (Milano, Torino, Firenze) come presidi di importanza strategica nel trattamento di una specializzazione altamente costosa come quella della orto-traumatologia, ambito sanitario che solo una oculata gestione pubblica può mantenere sotto controllo, evitando rimborsi onerosi da destinare altrimenti a strutture private convenzionate”. Così in una nota Oscar Tortosa, capogruppo PSI e vice presidente della Commissione Attività Produttive del Consiglio Regionale del Lazio.