Tutti i romani conoscono il CTO, l’ospedale traumatologico per eccellenza che per anni è stato una punta di diamante della sanità non solo di Roma ma di tutta Italia. Un’eccellenza presa ad esempio da diversi ospedali europei per come è strutturato, ma che oggi, allo stato attuale delle cose, è quasi abbandonato a se stesso. Da anni il consigliere Oscar Tortosa sta combattendo per ripristinare il nosocomio della Garbatella e proprio in una interrogazione urgente fatta in aula ieri, il portavoce del PSI ha puntato il dito contro questa mala gestione: “Che fine ha fatto l’accordo tra Regione Lazio e l’Inail, che doveva trasformare l’Ospedale CTO in un polo all’avanguardia nella traumatologia non solo di Roma ma di tutto il centro-sud d’Italia? Quali sono i motivi che giustificano un ritardo di quasi due anni nel dare avvio ad una un atto amministrativo già efficace e annunciato alla stampa? Manca solo la firma digitale del nuovo DG della ASL Roma C, Carlo Saitto, per avviare una convenzione che consentirebbe la trasformazione del CTO in un centro di eccellenza, oltre che la sua riattivazione funzionale.
Nel frattempo, però, il CTO di Roma ha continuato a subire spoliazioni: è di pochi giorni fa la notizia di una riduzione di 10 posti letto nel reparto di traumatologia e di una riduzione degli infermieri che inciderà proprio su quei servizi essenziali che ancora funzionano bene, in particolare il pronto soccorso ortopedico ed il Punto di Primo Intervento che svolgono circa 40.000 prestazioni l’anno, con un tempo di attesa mai superiore alle 2 ore. Resta poi anche da capire il motivo per il quale il CTO sia stato estromesso dalla rete delle emergenze del Pronto Soccorso, vista la sua capacità di risposta così apprezzabile, e sebbene continui a ricevere urgenze inviate dal vicinissimo ospedale Sant’Eugenio in sofferenza cronica da sovraffollamento, come tutti gli ospedali di Roma. Senza contare che il doppio trasferimento in ambulanza di un paziente genera un insopportabile costo duplicato per delle corse delle ambulanze la Regione Lazio. L’ultima domanda – ha concluso Tortosa – quella definitiva è: ma perché il DG Saitto resta ancora in carica se questi sono i risultati della sua gestione aziendale?”.
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